venerdì, giugno 30, 2006

Le vere differenze fra destra e sinistra.

Premetto che il post è scritto in senso ironico ed estremizzato in modo da marcare le differenze di vedute fra una persona di destra ed una di sinistra. So benissimo che non si può ridurre tutto secondo gli stereotipi, e che ci sarà qualcuno che dirà che “dipende”, “non è detto”, “conosco persone di destra/sinistra che…” etc. Se dovessi badare a queste cose, però, questo post non avrebbe senso.

1) Due uomini, uno di destra, uno di sinistra che vedono una ragazza attraente con la minigonna:

D: guarda che putt…se fosse la mia ragazza non la fare mai uscire così!
S: Ma dai, una ragazza si veste come vuole e non vuol dire che è una putt…solo perché ha la minigonna.

2) Due uomini, uno di D, uno di S che vedono una prostituta per strada:

D: chissà quanto chiede quella zoccola, secondo me non vale più di 30 euro.
S: Povera ragazza, costretta a stare sul marciapiede. Chissà chi l’ha spinta a fare quello che fa. Mi sa che mi avvicino a fare due chiacchiere.

3) Due uomini, uno di D, uno di S che sono in spiaggia ed hanno a che fare con un “marocchino” che si avvicina all’asciugamano:

D: Non voglio nulla. Dai, ti ho detto che non voglio nulla, lasciami in pace. Quando il marocchino se ne va: questi negri del ca…sempre a rompere i co… si trovassero un lavoro.
S: No grazie, al momento non mi serve nulla. Ma non ti stanchi a camminare sulla spiaggia? Da dove vieni? Stai vendendo molto?

4) Due uomini, uno di D, uno di S che vedono alcuni ragazzini fumare delle canne in un parco:

D: guarda questi tossici, non fanno un caz…, si drogano e basta, roba da matti. Se fossi loro padre una sberla e punizione per un mese.
S: Beati loro, non pensano a nulla, mi ricordo quando lo facevo anch’io. Quasi quasi un tiro…

5) Due uomini, uno di D, uno di S che vedono alcuni ragazzi con la cresta, i capelli colorati o le treccine ed i cani appresso (punkabbestia):

D: questi parassiti del caz… andassero anche loro a lavorare. Puzzano e basta.
S: ognuno sceglie il modello di vita che preferisce. Io non lo condivido, ma sono liberi di farlo, forse sono più felici di me…

6) Due uomini, uno di D, uno di S che vengono guardati male da un passante:

D: Che caz…vuoi? Guarda che ti meno.
S: Ma chi se ne frega…lascialo perdere.

7) Due uomini, uno di D, uno di S in casa con la rispettiva moglie:

D: Senti, perché non mi hai preparato gli spaghetti? Ti avevo anche detto di stirarmi la camicia e non hai fatto niente. Moglie: scusa ma ho lavorato fino a… D: non mi interessa, torni prima, ti sbrighi. Già non mi va giu il fatto che tu lavori…
S: Ciao, di pomeriggio passo io a prendere il bambino a scuola. Per la camicia non importa, vedo che sei stanca, mi metterò l’altra. Se hai fretta vai pure, i piatti li faccio io, buon lavoro.

8) Due uomini, uno di D, uno di S davanti ad un Mc Donald’s:

D: dai che ci prendiamo due hamburger ed una bella coca fresca.
S: qui non ci entro neanche morto, è una multinazionale e non rispetta alcune regole fondamentali sul lavoro. Inoltre sfruttano i dipendenti, da me non avrà una lira.

9) Due uomini, uno di D, uno di S discutono sui Musulmani:

D: Che idioti, hanno delle regole assurde: il digiuno, non possono bere alcolici, non mangiano carne di maiale. Ma dove vivono? Poi, per di più sono tutti pericolosi terroristi!
S: ogni religione ha le sue tradizioni, anche il Cristianesimo. Loro potrebbero dire la stessa cosa su di noi...Vogliamo parlare di quanti terroristi Cristiani esistono?

martedì, giugno 27, 2006

Vince il “No”, addio Berlusconi.

Alla fine ha prevalso il partito del “No” con il 61,3% dei voti contro il 38,7% dei “Si”. L’affluenza alle urne è stata decisamente buona, poco più del 53%, considerando che si trattava di un referendum. Con quest’ultima votazione si è concluso un periodo infinito di scontri fra i due schieramenti, alimentato da tre appuntamenti elettorali e dall’elezione del Presidente della Repubblica. Alla fine, come ho detto, ha vinto il No, il No alla prepotenza del centrodestra, il No ad un pasticcio, il Si ad una riflessione comune sulle riforme, il No a Berlusconi, il Si a Prodi. Mi soffermerei proprio su questo aspetto, già peraltro analizzato in alcuni post precedenti. Non vorrei dimenticare che, solo pochi giorni fa, Berlusconi definiva indegni gli italiani che non avrebbero votato “Si”, politicizzando il referendum e facendolo quasi sembrare un voto di fiducia/sfiducia al nuovo Governo. Berlusconi non è riuscito nel suo intento e, per la terza volta, ha incassato una sconfitta che, almeno in questa occasione, appare piuttosto palese ed inconfutabile. Gli italiani hanno votato No a Berlusconi, facendo proprio l’appello dell’ex Premier. Grazie italiani, Berlusconi si appresta a dire addio alla politica italiana, anche perché la campagna elettorale è finalmente terminata e la CDL si avvia verso un processo di disgregazione ineluttabile, dopo la terza sconfitta consecutiva. Berlusconi ha detto: "Qualcuno vorrà trasformare questo voto in una sconfitta da usare contro di me". Certo caro Silvio, l’hai voluto tu, ed ora ne paghi le conseguenze. Ci vorrebbe più serietà da parte tua e magari una bella riflessione prima di aprire bocca. La sconfitta è solo tua, non della Lega. Solo accettando questo fatto potrai incominciare a riflettere su tutti gli errori e le tensioni che, purtroppo, si sono affacciate nella politica dal giorno della tua discesa in campo. E’ arrivato il momento di andare in pensione, Silvio, è giunta l’ora di uscire dignitosamente di scena ammettendo i tuoi errori. Forse è un’utopia ma nella vita si può sempre cambiare. Addio Berlusconi, non ci mancherai…

venerdì, giugno 23, 2006

Un No anche al metodo.

Il referendum è alle porte, fra pochi giorni sapremo se l’Italia diventerà un Paese federale oppure no. Come ho già scritto su alcuni post precedenti, voterò no alla riforma. Non entro nel merito, in base al quale comunque voterei no, e mi soffermo sul metodo e altri aspetti. Alcuni commenti sul post precedente dicevano, giustamente, che si dovrebbe votare di testa propria senza seguire le indicazioni provenienti dalla propria parte politica. Giusto, però bisogna far capire a Berlusconi e compagnia che non si può essere ipocriti e fare le stesse cose che vengono imputate al centrosinistra.
Per esempio, in occasione dell’elezione di Napolitano , il centrodestra aveva espresso dubbi sul metodo non sul merito (la persona) non votando il Presidente candidato. Dicevano che si trattava di un metodo sbagliato e che in occasione di un’elezione così importante, le due parti politiche si sarebbero dovute confrontare per raggiungere un’intesa comune. Alla fine, hanno votato no. Mi chiedo se la stessa comune intesa non si dovesse trovare nel promuovere una riforma costituzionale che, con tutto il rispetto, è più importante dell’elezione del Capo dello Stato, peraltro spogliato di molti poteri in casi di vittoria del “Si.” Come la mettiamo?
1) La mettiamo che voto No per una questione di metodo. Le riforme costituzionali non possono essere proposte e promosse da una sola parte politica. Se il centrosinistra avesse fatto una cosa simile Berlusconi e i suoi amiconi avrebbero gridato al regime.
2) Voto no perché Berlusconi, leader del centrodestra, non può ridurre un referendum così importante ad un mero referendum pro o contro la sua persona, tantomento pro o contro Prodi.
3) Voto no perché il sopraccitato B. non si può permettere di apostrofare gli italiani che non votano Si come indegni. Perlomeno questa volta non ha esagerato usando altri termini ben più gravi e già utilizzati in precedenza.
4) Voto No perché ci si possa liberare della Lega e di Berlusconi una volta per tutte, mandando allo sfascio la CDL.
In conclusione, votiamo no, oltre che per il merito, anche per il metodo. Ci vuole una bella faccia tosta per continuare a dire che l’Italia è spaccata a metà dopo quello che la CDL sta combinando…

mercoledì, giugno 21, 2006

Non è un referendum politico

Non se ne può più della campagna elettorale, dei toni accesi, delle liti, delle polemiche. Siamo alla terza campagna elettorale in pochi mesi e, per fortuna, l’ultima. Il fatto che mi lascia sconcertato è che Berlusconi abbia politicizzato il referendum del 25-26 giugno. Non può dire continuamente che il Paese è spaccato in due, che la sinistra ha lacerato il Paese occupando tutte le cariche, dal momento che lui e la sua maggioranza stano promuovendo una riforma costituzionale che, se approvata, modificherà più di un terzo dell’attuale Costituzione. Il centrodestra ha promosso questa riforma a colpi di maggioranza senza aver ricevuto il consenso dell’opposizione (precedente legislatura). Poi, però, ci si lamenta del fatto che il Paese sia diviso a metà…Ci credo, come può non esserlo nel momento in cui si va a toccare la Costituzione italiana senza il consenso dell’altra parte del Paese? Berlusconi sta continuando a parlare di rivincita politica, di votare un “Si” per dire No al governo Prodi, e non si sofferma sul merito della riforma. Non è eticamente giusto politicizzare un referendum sulla Costituzione che è stata, è, e sarà il patrimonio e la base di tutti i cittadini italiani di qualunque parte politica. E’ vergognoso che si continuino a mischiare le carte in tavola facendo passare l’idea di un “Si” come un Si a Berlusconi ed un No a Prodi. E’ sbagliato, è tutto sbagliato. In questo Paese non si riesce a tenere distinto l’interesse comune (la Costituzione) e l’interesse di parte (dei partiti) mischiando il tutto e riducendolo all’ennesima lotta fra centrosinistra e centrodestra. Berlusconi non è riuscito a dare l’avviso di sfratto a Prodi in occasione delle elezioni Amministrative appena passate. Ora, invito tutti a ragionare secondo il pensiero Berlusconi, e a votare un “No” a Berlusconi. E’ questo che vuole lui? Ok, allora votiamo tutti quanti “No”. Penso che il fronte del No ci guadagnerà perché neanche molti elettori del centrodestra sopportano più l’ex Premier…

lunedì, giugno 19, 2006

E’ giusto pubblicare le intercettazioni?

Ci risiamo, un nuovo scandalo è alle porte dopo quello quasi dimenticato del calcio. Vittorio Emanuele è stato arrestato in seguito ad alcune indagini della Procura di Potenza basate, in buona parte, sulle intercettazioni. Si profila uno scenario preoccupante per il figlio dell’ultimo re d’Italia Umberto II, uno scenario fatto di videogiochi, prostituzione, casinò, scambi di voti. Ricordiamo che nel suo turbolento passato Vittorio E. era stato indagato per traffico internazionale di armi, aveva ucciso col fucile un ragazzo di 19 anni, (ed era stato condannato a 6 mesi per porto abusivo di arma da fuoco) era iscritto alla P2 con tessera numero 1621. Tornando agli ultimi giorni, mi sento di dire che se tutte le accuse fossero confermate, si prospetterebbe una situazione semplicemente squallida, uno schifo vero e proprio. Non stiamo parlando di un ladro, di un mafioso (?), di una persona qualunque che truffa, ma del figlio dell’ultimo Re d’Italia, certamente una persona che non ha bisogno di ricorrere a traffici sporchi per mettersi in tasca qualche soldo in più. Meno male che la Monarchia in Italia fu bocciata, altrimenti avremmo come Re un vero delinquente! Lascio il giudizio finale alla Magistratura e mi soffermo brevemente sulle intercettazioni ed il loro uso. Alcuni parlano di regolamentarle e di impedirne la pubblicazione, ma sicuramente nessuno può mettere in dubbio l’efficacia di uno strumento così efficace che ha fatto numerose vittime illustri. Mi chiedo: e’ giusto pubblicare le intercettazioni sui giornali? Secondo me si, a patto che non si parli dei cavoli personali che interessano più ai giornali di gossip che alle Procure. Non sarebbe giusto vietarne la pubblicazione, almeno in un Paese come l’Italia, perché si rischierebbe di nascondere agli italiani la verità su alcuni fatti e, inoltre, si farebbe il gioco di chi cerca di insabbiare sempre e comunque tutte le prove e gli indizi che riguardano i potenti, gli intoccabili. In altri paesi si potrebbe fare a meno di pubblicare le intercettazione senza insabbiare tutto, in Italia assolutamente no. Dunque, è giusto pubblicare le intercettazioni riguardanti fatti gravi per una questione di trasparenza. C’è chi dirà che, invece, le intercettazioni lasciano il tempo che trovano e non possono essere assimilate ad una condanna. Vero, però bisogna scegliere fra il rischio di una gogna mediatica ed il rischio che tutto venga sempre insabbiato, per sempre…Voi che dite?

giovedì, giugno 15, 2006

Mediaset: pubblicità ingannevole sul referendum

Berlusconi durante la campagna elettorale si è spesso dichiarato vittima dell’informazione affermando che la sinistra controllava gran parte dell’informazione. L’ex premier ha anche affermato che, a parte il TG4, i programmi di Mediaset sono sempre stati equilibrati, talvolta perfino ostili a lui. Sul fatto che Berlusconi non abbia alcun potere su Mediaset nutro dei legittimi dubbi che, in questi giorni, sono in realtà confermati dalla pubblicità “istituzionale” di Mediaset sul prossimo Referendum.
Sebbene le caratteristiche di uno spot istituzionale dovrebbero essere quelle della massima oggettività, noto che in questa occasione le cose vanno in una direzione diversa. Infatti, anziché limitarsi ad esporre la data della consultazione, le modalità di voto, l’esistenza o meno del quorum (in questo caso non ci sarà) e altre informazioni utili ai cittadini, Mediaset entra nel merito del referendum, ma nel merito sbagliato. Nello spot si afferma che, fra le modifiche proposte alla Costituzione, la riforma prevederà anche la riduzione del numero dei Parlamentari. Il fatto è che in questo modo si tocca la sensibilità dei cittadini che guardano lo spot, facendo passare l’idea che se vincerà il “SI” il numero diminuirà, se vincerà il “NO” no.
Siamo tutti d’accordo, infatti, sulla riduzione dei costi dello Stato e quindi sulla riduzione dei Parlamentari (e dei loro stipendi…). Anche la sinistra è d’accordo, e per questo ritengo che la pubblicità di Mediaset sia ingannevole. Perché non si parla delle modifiche relative alla Sanità, Istruzione, Sicurezza? Rendiamoci conto, perciò, di come lo strumento televisivo, in un’occasione di tale importanza, si trasformi in strumento di potere da parte dell’ex maggioranza, desiderosa di far approvare la riforma-scempio della Costituzione.
Non c’è nessun organo di controllo che possa vigilare su un tema così delicato? Cittadini, votiamo NO!

martedì, giugno 13, 2006

Godiamoci la festa Mondiale.

Alla prima uscita di questo Mondiale tedesco, l’Italia ha battuto il Ghana per 2-0. Tutto bene, quindi, e per un momento si lascia da parte lo scandalo intercettazioni che ha messo in subbuglio il mondo del calcio italiano in quest’ultimo mese. Non voglio entrare nel merito della prestazione degli azzurri ma vorrei soffermarmi sul clima di festa che, almeno per ora, si respira attorno al Mondiale. E’ una piacevole sorpresa osservare le immagini delle città tedesche e vedere che i tifosi di squadre diverse non sono separati da cordoni di sicurezza della Polizia o da barriere divisorie. Le immagini mostrano la festa dei tifosi di tutte le squadre che ridono, saltano, ballano, bevono tutti insieme. Una festa di colori, di speranza, di allegria, tanto lontana dai brutti episodi di violenza negli stadi spesso al centro dell’attenzione durante il campionato italiano. E’ incredibile come perfino all’interno degli stadi si assista a scene in cui due bandiere corrispondenti alle due squadre in campo stanno fianco a fianco così come i tifosi. E’ piacevole leggere frasi come questa, relativa alla festa di Norimberga dei nostri connazionali dopo il successo di ieri notte: “si è brindato e scherzato con i tifosi messicani che hanno fatto della città la loro base operativa”, oppure “Da lontano hanno assistito scettici e ironici, senza però creare problemi, le migliaia di tifosi inglesi che hanno già invaso la capitale della Franconia”. Sembra, dunque, che il Mondiale riesca a cancellare anche le rivalità storiche fra le varie tifoserie, degne, per una volta di essere chiamati in questo modo. Speriamo che la festa Mondiale continui per tutta la durata dell’evento, mi auguro anche dopo, e che i tifosi italiani possano trarne un prezioso insegnamento per il futuro. Godiamoci la festa Mondiale finchè dura, anche perché le sfide calde devono ancora arrivare…

lunedì, giugno 12, 2006

Tutte le poltrone di Prodi.

Doveva essere il governo della discontinuità rispetto a quello di Berlusconi; il governo del recupero morale del Paese; il governo dei tagli alle folli spese dei Ministeri. Invece, Prodi ha stupito tutti nominando qualche giorno fa gli ultimi tre sottosegretari del suo Governo, portando il numero complessivo di ministri, viceministri e sottosegretari a 102, battendo il record stabilito in precedenza da Andreotti che nel 1991 riuscì ad assegnare ben 101 poltrone. Per fare un esempio, il primo governo Prodi, nel 1996, aveva assegnato 70 poltrone, l’ultimo di Berlusconi è arrivato a quota 97. Che dire? Delusione per un sistema gestionale delle cariche basato su una rete clientelare. Il principio è quello di accontentare il più alto numero di persone possibili e di mettere a tacere alcuni partiti all’interno della maggioranza. Si era già intravisto qualche problemino di coesione interna, risoltosi poi con la nomina di Clemente Mastella alla Giustizia. Comunque sia, la svolta morale rispetto al Governo precedente non c’è stata e, per il momento, neanche il taglio dei costi alle spese superflue. Aspettiamo con fiducia che si metta mano al programma indicato in fase pre elettorale e si incominci a dare una svolta significativa almeno nelle scelte politiche, anche quelle sulla politica estera. Soltanto in questo modo si potrà “perdonare” a Prodi questa abbuffata di sottosegretari e ministri.

giovedì, giugno 08, 2006

Morto per la patria?

Come tutti sanno, qualche giorno fa è morto l’ennesimo soldato italiano in un agguato a 100 km da Nassiriya: il suo nome era Alessandro Pibiri, 25 anni, di Selargius (CA). Come al solito, abbiamo assistito al solito rituale del trasporto della bara a Ciampino, delle autorità dello Stato (Napolitano in primis) schierate all’arrivo della bara, dei pianti e della commozione. L’atto finale del noto rituale verrà compiuto domani in occasione dei funerali di Stato. Abbiamo assistito anche al solito rituale di scambi di battute fra centrosinistra e centrodestra riguardo alla data del ritiro delle nostre truppe dall’Iraq. Abbiamo ascoltato, come al solito, la stessa frase rituale: “è morto per la patria”. Premesso che il concetto di patria non è più quello utilizzato durante il Fascismo, posso dire che una frase del genere è semplicemente ridicola e fuori luogo. Quando un soldato, di qualunque nazione sia, muore per la sua patria, si presuppone che il soldato in questione stia combattendo una guerra in DIFESA della sua nazione o degli interessi supremi della nazione. In questo caso, l’Italia non è in Iraq per difendersi da qualcuno che possa ledere gli interessi nazionali, bensì per una volontaria scelta effettuata da parte dello scorso Governo di aiutare Stati Uniti e Gran Bretagna a mantenere e costruire la pace (per modo di dire…). Si sa che ci sono grossi interessi sul petrolio e che l’Italia potrebbe esserne avvantaggiata economicamente, ma non voglio entrare nel merito di tale questione. Non è una presenza di pace, bensì di interesse. Pertanto, gli unici interessi che i soldati effettivamente devono difendere sono quelli economici, non quelli del bene supremo dello Stato, in quanto l’Italia non è in pericolo e non è stata attaccata da nessuno. In quest’otttica, il soldato Pibiri non è morto per la patria, è morto per l’avidità e l’opportunismo del Governo Berlusconi che ha spedito il nostro esercito in un contesto di guerra scatenata arbitrariamente dagli USA. Condoglianze alla famiglia Pibiri, augurandosi di non doverne più fare in riferimento all’Iraq.

martedì, giugno 06, 2006

Ce la sentiamo di tifare?

A pochi giorni dall’inizio del Mondiale (9 giugno) e dall’esordio dell’Italia (12 contro il Ghana) mi chiedo se lo spirito di tutti gli appassionati di calcio sia lo stesso rispetto alla vigilia degli altri Mondiali. Personalmente, ho sempre atteso i Mondiali con trepidazione e curiosità, fantasticando una possibile vittoria azzurra da gustare consapevolmente (nell’82 ero troppo piccolo). Questa volta, invece, non provo le stesse sensazioni di sempre, forse svanite dallo scandalo intercettazioni che ha visto interrogati, fra gli altri, Lippi, Buffon e Cannavaro. Per il momento, nessuno di loro è indagato e tantomeno colpevole, ma vi è ormai un sospetto generale e diffuso verso allenatori, giocatori, dirigenti e procuratori che si presentano davanti ai giudici per essere interrogati. Il polverone sollevato dalle intercettazioni non può passare inosservato e non può non influire, a mio parere, sul calore e la passione dei tifosi in vista dei Mondiali. Credo che una parte dei tifosi inizierà a seguire l’evento in maniera distaccata e che un vero entusiasmo si potrà recuperare soltanto in caso di risultati molto favorevoli per la nostra Nazionale. Mi auguro che alla fine ci siano tanti caroselli, bandiere e trombette che facciano da contorno alla vittoria Azzurra ma ritengo che, comunque vada, questo non sarà il solito Mondiale. Spero, soprattutto, che alla fine del Mondiale lo scandalo in atto non si risolva nel solito nulla di fatto…Voi ve la sentite di tifare?

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