venerdì, giugno 23, 2006

Un No anche al metodo.

Il referendum è alle porte, fra pochi giorni sapremo se l’Italia diventerà un Paese federale oppure no. Come ho già scritto su alcuni post precedenti, voterò no alla riforma. Non entro nel merito, in base al quale comunque voterei no, e mi soffermo sul metodo e altri aspetti. Alcuni commenti sul post precedente dicevano, giustamente, che si dovrebbe votare di testa propria senza seguire le indicazioni provenienti dalla propria parte politica. Giusto, però bisogna far capire a Berlusconi e compagnia che non si può essere ipocriti e fare le stesse cose che vengono imputate al centrosinistra.
Per esempio, in occasione dell’elezione di Napolitano , il centrodestra aveva espresso dubbi sul metodo non sul merito (la persona) non votando il Presidente candidato. Dicevano che si trattava di un metodo sbagliato e che in occasione di un’elezione così importante, le due parti politiche si sarebbero dovute confrontare per raggiungere un’intesa comune. Alla fine, hanno votato no. Mi chiedo se la stessa comune intesa non si dovesse trovare nel promuovere una riforma costituzionale che, con tutto il rispetto, è più importante dell’elezione del Capo dello Stato, peraltro spogliato di molti poteri in casi di vittoria del “Si.” Come la mettiamo?
1) La mettiamo che voto No per una questione di metodo. Le riforme costituzionali non possono essere proposte e promosse da una sola parte politica. Se il centrosinistra avesse fatto una cosa simile Berlusconi e i suoi amiconi avrebbero gridato al regime.
2) Voto no perché Berlusconi, leader del centrodestra, non può ridurre un referendum così importante ad un mero referendum pro o contro la sua persona, tantomento pro o contro Prodi.
3) Voto no perché il sopraccitato B. non si può permettere di apostrofare gli italiani che non votano Si come indegni. Perlomeno questa volta non ha esagerato usando altri termini ben più gravi e già utilizzati in precedenza.
4) Voto No perché ci si possa liberare della Lega e di Berlusconi una volta per tutte, mandando allo sfascio la CDL.
In conclusione, votiamo no, oltre che per il merito, anche per il metodo. Ci vuole una bella faccia tosta per continuare a dire che l’Italia è spaccata a metà dopo quello che la CDL sta combinando…

1 Comments:

At giugno 26, 2006 10:03 AM, Blogger informatore said...

Forse non riesco più a spiegarmi, perchè mi si continua a dire e a parlare del metodo. Nel momento in cui ho parlato del metodo ho sempre premesso che anche il merito non mi soddisfaceva. Ritengo, però, che da solo il metodo basti per votare no.

Tu duici: "se si voleva mandarlo a casa l'occasione ormai è passata".
Questo è quello che si potrebbe auspicare in un paewese normale. Dispiace dire che B. non la pensi proprio cosi e sia stato lui a politicizzare il referendum e a creare lo scontro, scagliandosi contro gli indegni.

Votare no solo per il metodo è sbagliato, ma è sbagliato il sistema, ed è meglio votare No per liberarsi da Berlusconi, e si spera, recuperare un minimo di etica politica in questo paese, che votare coscientemente Si o No lasciando cosi spazio ad un possibile ritorno di Berlusconi.

Senza un crollo definitivo di Berlusconi, l'Italia non può mai diventare un Paese normale, un Paese nel quale ci si confronta civilmente ed in cui nessuno possa essere chiamato indegno o coglione da parte del capo di una coalizione soltano perchè non vota quella parte politica.

Pertanto, visto che l'ha voluto lui, meglio che vinca il No contro Berlusocni. L'Italia non ha più voglia di polemiche, insulti, scontri, che con la sua uscita di scena diminuirebbero sensibilmente.

 

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