martedì, luglio 04, 2006

Liberalizzazioni: è scontro.

Da qualche giorno non si parla di altro che dell’effetto che le liberalizzazioni proposte dal Ministro per lo Sviluppo Bersani avranno sui consumatori e sulle categorie interessate, fra le quali i farmacisti, gli avvocati, i tassisti. La categoria che ha accolto i decreti meno favorevolmente è stata, finora, quella dei tassisti, che hanno già provveduto a bloccare il traffico di alcune grandi città per protestare contro i decreti. Dallo scontro in atto, sembra che tutti abbiano ragione, come al solito, ma resta il fatto che i prezzi dei taxi italiani sono piuttosto elevati e, per molte persone, rimangono un lusso. Personalmente mi è capitato di prendere il taxi da Fiumicino al centro di Roma e di spendere fra i 40 e i 50 €. Praticamente, se una persona prende un volo low cost per una città europea e si calcola il prezzo del taxi per andare in aeroporto e tornare a casa risulta che si spende di più prendendo il taxi che non andando a Londra o Berlino. I tassisti, dalla loro parte, difendono i loro interessi corporativi, come sicuramente faranno anche gli altri ordini professionali interessati dai decreti. In una situazione del genere, è curioso assistere allo scontro fra centrosinistra e centrodestra per un semplice motivo. La Casa della Libertà, in particolar modo Forza Italia, si è sempre distinta per il suo slancio liberale, libertario e per un mercato aperto senza ingerenze da parte dello Stato. Questo almeno in teoria, perché pare che la CDL non sia favorevole ai decreti sulle liberalizzazioni. Non faccio fatica, però, a capirne il motivo poiché le categorie interessate sono anche quelle più vicine, come elettorato e composizione parlamentare, al centrodestra. Allora, mi chiedo, di quale liberalismo si parla? Forse l’unica libertà professata dalla CDL è quella di non pagare le tasse e di fare in modo che lo Stato non interferisca nel controllo di esse. Si sa, le riforme, le leggi, i decreti, i provvedimenti, sono sempre scomodi per qualcuno. Il bene supremo è quello dello Stato, inteso come l’insieme di tutti i cittadini. In questo caso, sebbene alcune categorie siano scontente, è necessario pensare ai cittadini/consumatori che, dall’indebolimento degli interessi corporativi di alcuni ordini professionali, avranno dei probabili benefici in termini economici. Penso che i risparmi, come ha detto Prodi, riguardino anche le stesse categorie interessate che, a parer loro, avranno delle perdite ma, dall’altra parte, avranno dei benefici in quanto consumatori. Vorrei concludere con un ragionamento semplice sui taxi, che spero alcuni tassisti abbiano il piacere di leggere: il decreto prevederà più macchine con la stessa licenza, il che si tradurrà in un maggior numero di vetture circolanti. Conseguentemente, è questo l’obiettivo, le tariffe si abbasseranno e i tassisti, secondo loro guadagneranno meno. Sbagliato, le tariffe diminuiscono ma, contemporaneamente, si aprirà un nuovo mercato rappresentato da tutti quei cittadini che, per motivi economici, non si possono permettere il taxi. Allargandosi la fascia di consumatori, è ovvio che il lavoro sarà incrementato e che gli introiti per i tassisti aumenteranno o , nella peggiore delle ipotesi, rimarranno stabili. Viva le liberalizzazioni nel momento in cui hanno come scopo ultimo quello di salvaguardare il portafoglio dei cittadini. Avanti così.

Per ulteriori informazioni sul merito dei decreti consultare il link

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