Lasciamolo morire
E’ ormai noto il caso di Piero Welby, il malato di sclerosi multipla, che qualche mese fa ha spedito una lettera al Presidente Napolitano in cui ha chiesto che le sue sofferenze terminino una volta per tutte. L’Italia è divisa fra coloro che ritengono indispensabile la salvaguardia della vita in ogni sua forma (vedi Chiesa) e chi, invece, ritiene che in alcuni casi, specialmente sotto richiesta del malato cosciente, si possa esaudire il desiderio di chi vuole mettere fine ad una malattia irreversibile. Capisco che questo sia un argomento piuttosto delicato ma, sinceramente, non riesco a capire cosa vi sia di naturale nel prolungamento della vita di un uomo che, per vivere, è costretto ad avvalersi di strumenti medico-tecnologici artificiali. Welby è tenuto in vita tramite un buco nella trachea che permette all’ossigenatore di pompare aria nei suoi polmoni e, dunque, mi chiedo se non sia opportuno lasciare che la natura faccia il suo corso fino in fondo. Ho letto la lettera inviata da Welby al Capo dello Stato nella quale Piero dice di amare la vita in tutto e per tutto ma, essendo arrivato ad un punto di non ritorno, quella stessa vita è priva di senso. Per la Chiesa, l’eutanasia è vista come un atto egoistico e di prevaricazione verso Dio, l’unico responsabile, secondo loro, di dare la vita e di toglierla. Io, invece, penso che sia egoistico, da parte della Chiesa, ritenere che sia Dio e non la persona interessata da un tragico evento a decidere della propria fine. Ripeto, qui si tratta di una vita tenuta in piedi in maniera completamente artificiale in presenza di una malattia irreversibile e paralizzante. L’eutanasia, in questo caso, potrebbe essere il vero atto d’amore da parte della Chiesa. Il rifiuto ideologico del “dolce morire” è, in realtà, un atto egoistico non voluto nemmeno da Dio stesso. E’ facile parlare della vita degli altri, ma nessuno cerca di immedesimarsi in una tale situazione. Faccio un augurio a Welby perché possa vedere realizzato il suo sogno e cominciare, finalmente, una nuova vita senza più sofferenze.
Lettera di Welby
4 Comments:
è talmente ovvio ciò che dici... ma purtroppo Welby dovrà subire le fedi altrui
Completamente d'accordo con te. L'aspetto che più mi colpisce dell'intera faccenda è che la chiara volontà di una persona debba essere messa in discussione in nome di principi religiosi, morali, giuridici.
Un saluto
Credo che questa sia una situazione in cui la fede non dovrebbe interferire. Perchè lui deve subire la vita per vi di un Dio in cui non crede?
è un argomento piuttosto delicato, come hai precisato, ma credo che tenere in vita un uomo esclusivamente attraverso le macchine non abbia molto a che fare con un Dio: se non ci fossero questi macchinari costruiti dall'uomo, il percorso naturale della vita si sarebbe già concluso da tempo...e lo dice una che sente di avere fede!
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